Un produttore di olio deve considerare tante variabili. Una buona fioritura, anche se è un’ottima notizia, non basta a prefigurare un raccolto abbondante. Ci sono numerosi fattori che possono incidere sull’abbondanza o meno del raccolto: clima, insetti, malattie e quant’altro. In questo articolo parleremo della cascola dell’olivo, un fenomeno che può essere sia fisiologico, sia indotto da elementi esterni.
Cos’è la cascola
La cascola dell’olivo non è niente di più dell’abscissione dei frutti. In parole più comprensibili, le olive si distaccano provocando la perdita di parte del raccolto. Come detto sopra ci sono due “tipologie” di cascola: quella fisiologica e quella provocata da agenti esterni. Queste olive ancora non formate del tutto hanno l’aspetto di un frutto secco e sono quasi totalmente privi di polpa.
La cascola fisiologica
La natura nei suoi processi si autoregola. Per questo ogni tanto gli alberi d’ulivo si liberano dei frutti. E’ un semplice meccanismo di autoregolazione del proprio carico produttivo, che viene adattato nel corso dell’annata, in base alle risorse interne alla pianta e all’andamento dei fattori ambientali. In altre parole, riducendo il numero di frutti, l’albero adegua lo sforzo riproduttivo alle risorse disponibili sostenendo la crescita di un numero di frutti proporzionato alla capacità dell’apparato radicale e della superficie fogliare. Questo è un fenomeno con cui i produttori fanno i conti, ben consci che la natura ha bisogno delle proprie difese.
Vi sono 3 diversi periodi di cascola che vanno dalla fioritura alla maturazione:
- Il primo periodo coincide con la colatura dei fiori e cascola dei piccoli frutti appena allegati, da cui dipende il numero di drupe inizialmente allegate;
- Il secondo periodo è quello della cascola fisiologica o estiva, successiva all’allegagione e che si protrae fino all’indurimento del nocciolo;
- Il terzo e ultimo periodo è quello della cascola preraccolta, che si verifica nell’ultima fase di sviluppo delle drupe fino alla maturazione ed oltre.
Questo fenomeno fisiologico può essere gestito con una corretta gestione agronomica e fitosanitaria dell’oliveto. Questa è fondamentale per limitare la cascola e avere raccolti più abbondanti.
La cascola provocata da agenti esterni
Se si parla di cascola provocata da agenti esterni la prima imputata è la mosca dell’olivo. E’ lei la causa principale di cascola dei frutti a partire dalla fase di indurimento del nocciolo del frutto. Questa, chiamata anche Tripide dell’olivo, provoca molti danni alle coltivazioni, e la cascola è uno di loro.
Ma negli ultimi anni, specialmente nel Nord Italia, c’è un nuovo agente che provoca la cascola. Si parla della cimice asiatica, già tristemente nota per la perdita di molti raccolti in produzioni di vari frutti. Nelle zone pesantemente infestate da questo insetto alieno, si è notata la perdita del 90% del raccolto, qualcosa di anomalo e che fortunatamente non tocca ancora il centro e il sud Italia.
Anche l esposizione a venti di scirocco nel periodo post fioritura è un fattore negativo che acentua la cascola.