TIGNOLA DELL’ULIVO

Specie fitofaga associata all’olivo, inclusa una delle più importanti avversità di questa coltivazione.

L’adulto di questa specie è una farfalla che misura 12 – 13 millimetri di apertura alare, con livrea giallo argentea con macchie nerastre sulle ali.
L’uovo, di forma ovale, lenticolare, misura 0,5 x 0,4 millimetri.
La larva nel suo massimo sviluppo misura 7-8 millimetri di lunghezza e 1,4 di larghezza.
Il suo colore è generalmente bruno verdastro chiaro o nocciola più o meno scuro.

Sulla parte dorsale sono presenti delle bande olivastre e lateralmente ed è caratterizzato da due bande di colore paglierino.
Il colore della capsula cefalica può scegliere dal bruno al nero.

Per raggiungere il completo sviluppo la larva passa per 5 stadi di sviluppo caratterizzati da dimensioni crescenti della capsula cefalica.
La crisalide, di colore brunastro, misura 6 millimetri di lunghezza per 2 di larghezza, ha forma sub conica con la parte anteriore arrotondata.

LA DIFFUSIONE DELLA TIGNOLA

La Tignola dell’ulivo è diffusa in tutta l’area del Mediterraneo, tuttavia è difficile trovarla in abbondanza nelle aree interne.

I danni della Tignola

Questo insetto raramente è presente in maniera così diffusa da causare danni seri. Le larve di prima generazione danneggiano le infiorescenze. La percentuale di fiori attaccati può variare da poche decine fino a valori, in casi eccezionali, anche dal 90-95%.
Le larve della generazione carpofaga danneggiano la drupa e ne provocano la cascata in due momenti diversi; in giugno – luglio quando penetrano all’interno del frutto e in settembre – ottobre quando escono dal frutto per incrisalidarsi.
I frutti caduti nella prima fase del solito sono confusi con il diradamento naturale o con la cascata tipica dell’olivo. Anche se la percentuale di piccole olive cascolate è elevata la produzione è compensata dall’incremento ponderale in peso dei frutti rimasti e da una migliore resa in olio.
Nella seconda fase cadono i frutti ormai prossimi alla maturazione. E ‘di solito questa cascata che impressiona l’olivicoltore quando ormai non è più possibile prendere di difesa.
La valutazione del danno sull’oliva può essere eseguita tramite la raccolta totale del cascolato e l’individuazione della percentuale di frutti colpiti dall’insetto, attraverso l’operazione longitudinale o trasversale della drupa.

Moraiolo e Canino sono le cultivar che in Italia hanno evidenziato la maggiore suscettibilità varietale.
Le erosioni causano sulle foglie dalle larve di terza generazione limitano i tentativi fotosintetici della pianta che tuttavia non determinano i livelli di danno da giustificare gli interventi di difesa.

Come si combatte la Tignola dell’ulivo

Bisogna sapere che la Tignola dell’ulivo ha circa 40 nemici naturali in grado di parassitario.
Quindi l’allevamento di insetti cacciatori, come alcune specie di ditteri e neurotteri, è una delle strategie per contrastarle naturalmente.
In questi ultimi anni si stanno utilizzando sempre piu, gli  insetticidi consentiti in agricoltura biologica , generalmente con la sola azione di contatto; per questi è quindi necessario un maggior numero di trattamenti.
Il bacillus thuringiensis è un insetticida biologico, si tratta di un batterio naturale presente nel terreno, è quindi naturale, non ha nessun tipo di tossicità nei confronti dell’uomo, delle piante e degli animali.
In caso di invasione, possiamo ricorrere a un insetticida sistemico registrato sull’olivo: si tratta di prodotti che agiscono per contatto diretto e ingestione prevalentemente sugli stadi giovanili degli insetti e sull’azione anche su altri parassiti come la mosca e la sputacchina.

Inoltre si stanno studiando metodi di cattura massali con trappole innescate con il feromone sessuale.

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